stabilizzatore di corrente degli strumenti
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stabilizzatore di corrente degli strumenti
Volevo cercare di capire come funziona lo stabilizzatore di tensione o corrente degli strumenti che si trova dietro il cruscotto, probabilmente a causa di un suo guasto gli strumenti misurano valori alterati e superiori alla norma. Quindi ne ho analizzato uno ed ho fatto le mie deduzioni.
Di seguito le foto di:
- alcune vedute dello stabilizzatore smontato
- piastra portastrumenti, più la stessa foto con alcune indicazioni,
- schemi che ho elaborato per capire come funziona e cosa avviene
c'è una lamina a forma di U che è collegata al positivo (alimentazione sotto chiave) e che fa contatto con il terminale che è comune a tutti e due gli strumenti (acqua e benzina).
Poi quella zona bruciacchiata che si vede in foto è una resistenza formata da una serie di spire passanti intorno alla lamella del positivo, ed è collegata in maniera continuativa al morsetto negativo e quello comune ai due strumenti.
Cosa avviene: quando si accende il quadro strumenti vengono alimentati gli strumenti (che ricevono direttamente i +12 V tramite lo stabilizatore e i fili che arrivano dai sensori, di carica negativa), ma contemporaneamente viene alimentata la resistenza posta sulla lamella che riscaldandosi si solleva staccando il contatto col morsetto positivo; in questa fase gli strumenti non vengono più alimentati, così anche la resistenza, quindi per effetto del raffreddamento la lamella torna a fare contatto con il morsetto positivo.
Di fatto gli strumenti vengono di nuovo alimentati e la resistenza pure, innescando un moto perpetuo fatto di contatti aperti e chiusi, un ciclo veloce, regolabile da un perno filettato che si può vedere nella vista laterale, che da una corrente ridotta agli strumenti.
Questo è quello che sono riuscito a dedurre studiando questo tipo di stabilizzatore, che era montato su un cruscotto dal quale avevo recuperato l'orologio, uno stabilizzatore già di per se non funzionante, potrebbe darsi tuttavia che gli mancasse qualche particolare per cui tutto il mio studio e le mie deduzioni possano risultare falsate.
questo schema l'ho dedotto io, spero possa rendere chiaro il percorso della corrente per far funzionare lo strumento
sopra lo stato appena si accende il quadro
sotto invece dopo che si è riscaldata la resistenza
quindi il meccanismo ciclico che raffigura come sia alimentato lo strumento.
E' da rilevare che gli strumenti della kadett C sono lenti nei movimenti per cui non ci si accorge di questa alimentazione a impulsi.
Lo scopo di esistere lo stabilizzatore è che la tensione della macchina varia seconda dei giri del motore e del carico elettrico, ricarica ecc. quindi di alimentare gli strumenti sempre con la stessa tensione.
Personalmente se il principio di funzionamento fosse davvero questo mi lascia un pò perplesso... mi aspettavo un aggeggino un pò più elettronico, questo è elettromeccanico,
per questo chiedo se altri ne sanno qualcosa in più, io man mano che faccio le mie esperienze le condivido con voi sperando che possano interessare.
Non so se sono stato chiaro nell'esposizione, è probabile che abbia saltato dettagli fondamentali per la comprensione, fatemi domande se vi occorre.
ciao
Di seguito le foto di:
- alcune vedute dello stabilizzatore smontato
- piastra portastrumenti, più la stessa foto con alcune indicazioni,
- schemi che ho elaborato per capire come funziona e cosa avviene
c'è una lamina a forma di U che è collegata al positivo (alimentazione sotto chiave) e che fa contatto con il terminale che è comune a tutti e due gli strumenti (acqua e benzina).
Poi quella zona bruciacchiata che si vede in foto è una resistenza formata da una serie di spire passanti intorno alla lamella del positivo, ed è collegata in maniera continuativa al morsetto negativo e quello comune ai due strumenti.
Cosa avviene: quando si accende il quadro strumenti vengono alimentati gli strumenti (che ricevono direttamente i +12 V tramite lo stabilizatore e i fili che arrivano dai sensori, di carica negativa), ma contemporaneamente viene alimentata la resistenza posta sulla lamella che riscaldandosi si solleva staccando il contatto col morsetto positivo; in questa fase gli strumenti non vengono più alimentati, così anche la resistenza, quindi per effetto del raffreddamento la lamella torna a fare contatto con il morsetto positivo.
Di fatto gli strumenti vengono di nuovo alimentati e la resistenza pure, innescando un moto perpetuo fatto di contatti aperti e chiusi, un ciclo veloce, regolabile da un perno filettato che si può vedere nella vista laterale, che da una corrente ridotta agli strumenti.
Questo è quello che sono riuscito a dedurre studiando questo tipo di stabilizzatore, che era montato su un cruscotto dal quale avevo recuperato l'orologio, uno stabilizzatore già di per se non funzionante, potrebbe darsi tuttavia che gli mancasse qualche particolare per cui tutto il mio studio e le mie deduzioni possano risultare falsate.
questo schema l'ho dedotto io, spero possa rendere chiaro il percorso della corrente per far funzionare lo strumento
sopra lo stato appena si accende il quadro
sotto invece dopo che si è riscaldata la resistenza
quindi il meccanismo ciclico che raffigura come sia alimentato lo strumento.
E' da rilevare che gli strumenti della kadett C sono lenti nei movimenti per cui non ci si accorge di questa alimentazione a impulsi.
Lo scopo di esistere lo stabilizzatore è che la tensione della macchina varia seconda dei giri del motore e del carico elettrico, ricarica ecc. quindi di alimentare gli strumenti sempre con la stessa tensione.
Personalmente se il principio di funzionamento fosse davvero questo mi lascia un pò perplesso... mi aspettavo un aggeggino un pò più elettronico, questo è elettromeccanico,
per questo chiedo se altri ne sanno qualcosa in più, io man mano che faccio le mie esperienze le condivido con voi sperando che possano interessare.
Non so se sono stato chiaro nell'esposizione, è probabile che abbia saltato dettagli fondamentali per la comprensione, fatemi domande se vi occorre.
ciao
regolatore strumenti
Più che un regolatore, parrebbe un limitatore di tensione: la linguetta stacca il contatto solo nel caso ci sia troppa corrente ( in volt ) al terminale per gli strumenti, perciò non lavora ad impulsi ma interviene solo in caso di sovratensione
Lo schema che hai disegnato è quindi giusto; ricordo che prima dell' avvento delle diavolerie elettroniche si utilizzava il principio del contatto termodeformante (si usava un prodotto alchemico chiamato " sale di rachelle") anche per le centraline delle intermittenze delle frecce e per i regolatori delle dinamo ed alternatori
Lo schema che hai disegnato è quindi giusto; ricordo che prima dell' avvento delle diavolerie elettroniche si utilizzava il principio del contatto termodeformante (si usava un prodotto alchemico chiamato " sale di rachelle") anche per le centraline delle intermittenze delle frecce e per i regolatori delle dinamo ed alternatori
alfano- Numero di messaggi : 480
Data d'iscrizione : 16.02.09
Re: stabilizzatore di corrente degli strumenti
Già... mi sa che è come dici tu, un funzionamento ciclico infatti mi sembrava un pò improbabile e mi lasciava qualche perplessità.
Allora potrebbe esserci un problema alla resistenza (potrebbe essere interrotta o bruciata) che non funzionando non fa staccare e proteggere dalla sovratensione gli strumenti quando è il momento.
A conferma ci sarebbe il fatto che a motore spento la misurazione è nettamente inferiore rispetto a motore acceso (quando entra in azione l'alternatore e la tensione cresce)
Allora potrebbe esserci un problema alla resistenza (potrebbe essere interrotta o bruciata) che non funzionando non fa staccare e proteggere dalla sovratensione gli strumenti quando è il momento.
A conferma ci sarebbe il fatto che a motore spento la misurazione è nettamente inferiore rispetto a motore acceso (quando entra in azione l'alternatore e la tensione cresce)
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